Nuova chiesa e opere parrocchiali annesse, San Lazzaro di Savena (BO)
committente: Parrocchia San Lorenzo del Farneto (don Paolo dall’Olio)
servizi svolti:  progetto e direzione lavori
importo lavori: 2.500.000 €
gruppo di progettazione: INOUT architettura, LADO architetti, LAMBER + LAMBER

Il progetto del nuovo spazio sacro nasce da un processo, fortemente partecipato e condiviso con l’intera comunità, iniziato nel 2010: una Chiesa che non rinuncia alla dimensione simbolica ed evocativa, ma che al contempo vuole essere riconoscibile e riconosciuta. Partendo dall’immagine archetipa di chiesa, il progetto ricerca un’architettura priva di virtuosismi, essenziale nei tratti e d’immediata comprensibilità: sobria, solenne, ma non monumentale, immagine di una mistica quotidianità.

L’involucro murario è di colore chiaro, come il marmo di importanti architetture, ma scevro di quel possente elemento materico che astrae le geometrie semplici della chiesa, rendendola eccezione preziosa rispetto al contesto. Il perimetro della nuova chiesa è formato da pareti che nella loro interezza, si piegano, slittano l’una rispetta l’altra, diventando esse stesse grandi porte semiaperte, individuando due punti di accesso all’aula principale, oltre all’ingresso principale. Un spaccatura continua, da cielo a terra e lungo tutta la copertura, seziona e fende l’involucro della Chiesa, rivelando la presenza del cielo. Uno “squarcio nel velo del tempio” intimamente connesso alla scelta dell’intitolazione della nuova Chiesa al Buon Ladrone e al messaggio di redenzione che vuole trasmettere.

Il progetto architettonico, quello liturgico e quello artistico sono stati pensati ed approfonditi quali componenti intimamente connesse, quali facce di un unico corpo. Lungo il perimetro, ricavati in nicchie murarie, sono organizzati i principali spazi liturgici: il battistero di fianco all’ingresso, la cappella feriale a lato dell’altare e, speculare a essa, un ambito raccolto dedicato al coro. Anche il percorso artistico si sviluppa sfruttando l’intero sviluppo murario. Il vuoto centrale risultante è dedicato all’assemblea. Uno spazio intimo e misurato che ha come fulcro l’altare, attorno al quale si dispongono a semicerchio, come un abbraccio, i banchi, in grado di accogliere oltre 300 fedeli.

I fuochi liturgici – l’altare, l’ambone, il fonte battesimale – sono elementi lapidei in selenite: un gesso cristallino caratteristico delle colline bolognesi. Presenze fortemente materiche che emergono rispetto allo sfondo murario bianco e si accordano con la naturalità del pavimento ligneo. Ne deriva uno spazio interno quasi domestico, caratterizzato da pochi materiali, intimo e accogliente, enfatizzato dalla luce naturale.