Giardini di Cuniola
Concorso di progettazione in due fasi | progetto finalista
Importo lavori: 8.200.000 €

 

I Giardini Cuniola: un nuovo parco agricolo compreso tra il grande Po e il fiume Reno, passando per Ferrara. Così il progetto immagina i nuovi Giardini: come un nuovo polo attrattivo urbano e al contempo una nuova stazione turistica e paesaggistica, immersa nella campagna, connessa attraverso la rete dei percorsi ciclabili nazionali, alla città e ad altri importanti luoghi naturalistici.
Dall’ambito fluviale del Po, al parco urbano di Ferrara, fino all’anello storico delle mura della città, da cui raggiungere la darsena cittadina e la sponda del Primaro, seguendo la quale si arriva alla grande tenuta di Cuniola, in cui i Giardini e un nuovo circuito ciclabile consentono di entrare nel cuore della possessione fondiaria per poi proseguire verso il Reno

La sequenza delle tre corti, tenute assieme dal percorso lineare della via sgarbata, è interpretata quale occasione per strutturare un nuovo parco lineare unitario e fortemente riconoscibile. Con riferimento all’antica struttura del territorio rurale, i Giardini acquistano la larghezza degli storici appezzamenti (pezza) ferraresi, che erano larghi circa 50 metri e lunghi 100. Più pezze affiancate per il lungo definiscono dei filari, più filari che drenano in uno stesso fosso consorziale formano una braglia, la cui dimensione è strettamente legata alla struttura idrica e alla rete delle scoline esistenti. Più braglie definiscono lo spazio coltivato: i nuovi Giardini di Cuniola.

Lungo questo itinerario paesaggistico si svolge il racconto dello storico paesaggio agricolo, attraverso una successione di coltivi. Un giardino lineare botanico, in cui le specie vegetali collezionate ed esposte sono quelle coltivazioni tipiche del territorio rurale, alcune tradizionali, altre perdute, altre molto antiche. Nei Giardini di Cuniola si passeggia tra grani autunnali e grani primaverili -marzatelli- come l’orzo, l’avena, l’antico sorgo e il mais. Dai cereali il percorso prosegue e si immerge tra le viti: le strutture a spalliera definiscono geometrici volumi coltivati, con uve di varietà diversa: uve bianche, nere, rosse, come avveniva storicamente nelle
campagne ferraresi. Ai vitigni si susseguono gli orti: i giardini si riempiono di profumi e colori, tra piante aromatiche e officinali, leguminose ed una diversità di orticole, piccole serre e semenzai. Dopo gli orti i frutteti: una selezione di cultivar antichi di alberi di pesco, albicocco, susino, melo e pero, che diviene occasione di ricerca, recupero e salvaguardia di specie storiche, consentendo la riscoperta di sapori del passato.

Negli edifici che erano magazzini e fienili, privi di connotazioni residenziali, il progetto reinterpreta ed enfatizza l’originaria conformazione di spazi coperti per lo più aperti, di grandi coperture, di spazi porticati, in cui porzioni costruite si inserivano occupando solo parte dell’intero volume, lasciando permeabile il perimetro e in grande continuità con gli spazi esterni. Cosi il progetto libera le strutture intelaiate da paramenti murari, sostituendoli con nuovi perimetri trasparenti che si aprono interamente, e inserisce volumi funzionali che determinano nuovi punti di vista panoramici sull’intero parco e paesaggio circostante.